Parole disobbedienti, parole di giustizia sociale

«Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro».

Lettera ai cappellani militari toscani, don Lorenzo Milani, Priore di Barbiana

Lettere da Barbiana è una rubrica che si pone l'obiettivo di 'costuire parole disobbedienti', ossia parole di giustizia sociale secondo lo schema pedagogico della Scuola di Barbiana.

Nella realtà del nostro presente, la civiltà informatica, che ha preso il posto di quella industriale, lavora con 'parole di potere' quali, ad esempio, competizione (con le sue infinite declinazioni socio-economiche), per legittimare un alfabeto delle disuguaglianze destinato a produrre un algoritmo delle (nuove) paure e degli odi di massa con cui governare le moltitudini povere del mondo - eredi dello sfruttamento selvaggio del capitalismo ottocentesco e novecentesco.

Le 'parole disobbedienti' sono il linguaggio degli Ultimi, dei nuovi subalterni che si trovano a dialogare senza strumenti di consapevolezza con il potere globale della rete informatica. I social network sono oramai l'ambito formale dell'espressione popolare e il terreno di coltura di una democrazia rabberciata e prosaica, facilmente manipolabile attraverso l'uso spregiudicato degli algoritmi della paura e dell'odio, che procedono utilizzando parole chiave dal significato terribilmente ambiguo quando sono disgiunte dalla cornice della giustizia sociale: legalità, sviluppo, meritocrazia.

La parola fondamentale della (nuova) resistenza globale è Ultimità: 'farsi Ultimo' è un dispositivo pedagogico di prossimità relazionale, pensato e vissuto come valore identitario della dignità umana, al di là e al di sopra delle necessità sovrane degli Stati e degli interessi predominanti delle multinazionali (attore principale del potere mondiale nella civiltà informatica). 'Pensarsi Ultimo' apre all'orizzonte della reciprocità avvertita come ecologia della relazione, restituita (finalmente) alla pienezza pedagogica del dono e della gratuità dell'opera.

L'Ultimità, in definitiva, come pedagogia della relazione e della reciprocità, impegno etico-ecologico alla cooperazione responsabile, prassi di orizzonti solidali, alfabeto degli oppressi e dei subalterni, è il progetto culturale e educativo che le Lettere da Barbiana intendono proporre quale contronarrazione alle 'parole di potere' del presente.

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